25 luglio 2014
Cronaca
C'è anche Nicola Zingaretti tra i "candidati" alla presidenza della Conferenza delle Regioni. All'assemblea del prossimo 31 luglio, quando all'ordine del giorno ci sarà la “elezione del Presidente, del Vice Presidente e dell'Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome", i governatori saranno chiamati a scegliere il successore di Vasco Errani, dimessosi a seguito della condanna nel processo Terremerse. Una carica, quella di presidente della conferenza, per la quale Zingaretti sembra avere i requisiti: "Sia per l'esperienza acquisita nelle amministrazioni, prima come presidente della provincia poi della Regione - ragionano esponenti Pd vicini al governatore - sia per il peso specifico del Lazio tra le regioni italiane". A questo, inoltre, si aggiunge la mancanza di avversari di pari "peso", tranne Sergio Chiamparino e Debora Serracchiani. Il primo però è il presidente della Regione Piemonte, che già con Piero Fassino esprime il presidente dell'Anci. Debora Serracchiani, invece, oltre alla presidenza del Friuli Venezia Giulia, è anche membro della segreteria nazionale del Pd. Se si escludono dunque i presidenti di centrodestra, in minoranza, e quelli delle regioni chiamate al voto il prossimo anno (Veneto; Liguria; Emilia Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Campania; Puglia e Calabria), quella di Zingaretti sembrerebbe quasi una successione "naturale" a Errani. Ma c'è un però. "Quello che sembra 'mancare' al governatore però - argomentano dal Pd versante Zingaretti - è l'appartenenza al cerchio magico del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non sembra intenzionato a favorire l'ascesa di potenziali futuri competitor". La partita, che si concluderà il 31 luglio, viene seguita dal palazzo della Regione sulla Colombo con attenzione e "serenità", nella convinzione di avere le carte giuste per sedersi al tavolo e "nella speranza che nessuno tiri fuori cinque assi".