27 febbraio 2014
Cronaca
"Ho appreso con sgomento del tentato suicidio di un ragazzo, appena ventenne, trattenuto da tre mesi nel Cie di Ponte Galeria e salvato solo grazie all'intervento di altri giovani migranti che con lui condividono la sorte della reclusione in questa struttura" Lo dichiara in una nota la deputata Ileana Piazzoni, di Sinistra Ecologia e Libertà.
"Si tratta di un gesto estremo - aggiunge - messo in atto per non incorrere nel destino inaccettabile che lo attenderebbe nel caso del rimpatrio. Le vicende umane di queste persone ci mettono di fronte all'inadeguatezza del sistema Cie e delle norme sull'espulsione degli emigranti. Il ragazzo è un giovane libico che durante la Primavera Araba ha combattuto nella milizia di Gheddafi. Tornare in patria, in questo periodo di caos in una Libia martoriata dalla violenza fondamentalista, per lui significa la morte certa. In Italia aveva un permesso di protezione umanitaria, ritiratogli per la contestazione del reato di detenzione di stupefacenti. Dal carcere è finito a Ponte Galeria dove, dopo 3 mesi, ha tentato il suicidio. L'ambasciata libica si rifiuta di riconoscergli la cittadinanza, quindi il suo status giuridico rischia di scivolare de facto nell'apolidia". "Le espulsioni - prosegue la nota - non possono non tener conto di storie come questa, una storia emblematica delle tante assurde situazioni che si verificano nei Cie. Già due settimane fa sono arrivati a Ponte Galeria i decreti d'espulsione per alcuni dei ragazzi nordafricani che, in segno di protesta contro la detenzione inumana nel Cie, avevano cucito le proprie bocche con ago e filo. Così, dopo aver sostato in una struttura quasi carceraria per mesi, anche senza aver commesso reati, queste persone vengono ora espulse verso i luoghi dai quali erano fuggiti in cerca di una nuova vita. Rispediti verso situazioni di miseria estrema, guerre civili, condizioni familiari o sociali di privazione dei diritti civili. Tornerò nei prossimi giorni a Ponte Galeria - conclude Piazzoni - per incontrare ancora queste persone e per conoscere personalmente le condizioni del giovane libico. La nostra attenzione deve restare alta, anche sulle singole complesse vicende che compongono l'assurdo universo umano dei Cie in Italia".