11 aprile 2014
Cronaca
"Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità ed alla qualità del suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza dignitosa". Si appellano all'articolo 36 della costituzione italiana i lavoratori precari ed esternalizzati della sanità, radunati in presidio davanti alla sede della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo. "Basta con i guadagni illeciti di ditte e cooperative", scrivono in uno striscione i membri del Coordinamento del Policlinico Umberto I. Chiare sono le richieste rivolte alla Regione: internalizzazione degli esternalizzati e stabilizzazione dei precari. "Alla mobilitazione partecipano i lavoratori dei più grandi nosocomi di Roma: il Sant'Andrea, l'Umberto I, l'Ifo, il San Filippo Neri, il San Giovanni - spiega Graziella Bastelli dei Cobas - ed anche della Asl di Ostia, che lavorano dal 2000 riempiendo il vuoto di organico basilare nei diversi reparti e per garantire i Lea. La contraddizione sta nel fatto che questi lavoratori vengono pagati meno e costano di più all'azienda perché dipendono da enti intermediari. La Regione invece di fermare questo meccanismo, come promesso in campagna elettorale - ha detto ancora - sta avallando progetti aziendali che vedono la possibilità di ampliare le esternalizzazioni introducendo nel sistema anche le agenzie interinali ed è questo il motivo della nostra rabbia". In questo momento una delegazione sta salendo negli uffici per essere ricevuta dalla cabina di regia del Ssr accompagnati dalla consigliera Marta Bonafoni. Nel frattempo, i manifestanti rimasti fuori dal palazzo a stella sono intenti a passarsi il megafono per dire la loro. Ad ascoltarli e sostenerli ci sono anche alcuni studenti di medicina ed il consigliere del M5s, Davide Barillari.