Ricettazione, "craccava" iphone rubati: arrestato attore
23 luglio 2014
Cronaca

E' finito in carcere Alberto Gimignani, 53 anni, attore conosciuto per la sua partecipazione a film (La Famiglia, I ragazzi di via Panisperna, Il partigiano Johnny) serie tv e fiction (La Piovra, Ris, Distretto di polizia) accusato di ricettazione e riciclaggio di telefonini rubati che ripuliva, sbloccava e rivendeva, con la complicità di una banda di trafficanti di smartphone. L'attore era tra i destinatari di un provvedimento cautelare del 10 luglio scorso firmato dal gip Massimo di Lauro nei confronti di 13 persone. Il provvedimento nei confronti di Gimignani non era stato eseguito perchè si trovava negli Stati Uniti per girare un film. Tornato in Italia, l'attore si è presentato spontaneamente, accompagnato dal suo avvocato, presso la stazione dei carabinieri di Roma Centro. Quindi è stato traferito a Regina Coeli. Le indagini sono partite nel gennaio 2013 quando i militari dell'Arma hanno cominciato a monitorare decine di denunce di furti di telefonini - molti gli Apple iPhone 5 - durante i borseggi di turisti italiani e stranieri in centro (come in metropolitana e sui bus 40 e 64) e anche di altre persone, come un parlamentare e la figlia di un ambasciatore.
I ladri, alcuni dei quali arrestati talmente spesso da riconoscere ormai i carabinieri che li pedinavano sui mezzi pubblici chiamandoli per nome quando dovevano segnalarli ai complici, consegnavano gli apparecchi a un ricettatore di piazzale Flaminio. Una parte finiva a Porta Portese o a piazza Vittorio, il resto all'estero, nascosto nei doppifondi di fusti di detersivo. Gimignani, per motivi in corso di accertamento, si occupava di sbloccare i cellulari che, dopo il furto, vengono di solito resi inutilizzabili dalle compagnie telefoniche: digitando le loro sigle Imei su siti internet specializzati e pagando 30-40 euro l'attore otteneva i codici per far rivivere gli apparecchi, nei quali i ladri avevano già cancellato la memoria, con foto e ricordi dei proprietari. Quei soldi, secondo i carabinieri, gli venivano restituiti da uno dei capi della banda. Perché un attore di successo facesse tutto questo - con un guadagno mensile stimato dagli investigatori di circa 2mila euro a fronte di 300 euro per i modelli ricettati - è ancora un mistero. Già nell'agosto 2013, vicino alla fermata metro Ottaviano, Gimignani era stato fermato per un controllo con un complice considerato un boss del gruppo, e sorpreso con due telefonini rubati. Nella sua abitazione sul lungotevere Ripa, a Trastevere, gli investigatori hanno scoperto un laboratorio clandestino per manomettere gli smartphone e hanno sequestrato un computer contenente i codici Imei dei telefonini rubati. Inoltre l'attore avrebbe acquistato lui stesso degli apparecchi provento di furto per rivenderli sotto costo.