20 gennaio 2014
Cronaca
Ci sono dei "vizi" in alcuni passaggi
della sentenza di assoluzione in appello di Claudio Marchiandi,
direttore dell'ufficio detenuti e del trattamento del
Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria
(Prap), dai reati di falso in atto pubblico, abuso di ufficio e
favoreggiamento nel caso della morte di Stefano Cucchi. Per
questo la Cassazione ha disposto un nuovo processo davanti ad
un'altra sezione della Corte d'Appello, che "in piena libertà"
dovrà "sorreggere il deliberato con motivazione conforme alle
regole della logica e del diritto".
La quinta sezione penale della Cassazione ha accolto il
ricorso del pg della Corte d'Appello di Roma contro i
"capisaldi" della sentenza di assoluzione, che aveva ribaltato
la condanna che gli era stata comminata con rito abbreviato.
L'accusa nei confronti di Marchiandi era quella di avere
concorso alla "falsa rappresentazione" delle reali condizioni di
Stefano Cucchi, attestando che fossero meno gravi di quelle che
erano in realtà, per consentire il suo ricovero al 'Pertini'
nell'ottobre del 2009 e di avere abusato del suo ufficio
redigendo personalmente in ospedale in orario extralavorativo la
richiesta di disponibilità del posto letto, aiutando così gli
agenti della penitenziaria ad eludere le investigazioni.