Multiservizi, ex dipendente scrive a Marino. "Degrado al cimitero Prima Porta"
18 settembre 2014
Cronaca

“Caro Sindaco, ho approfittato della mia attuale condizione di disoccupato e, ieri, mercoledì 17, mi sono recato al cimitero di Prima Porta per portare un fiore a mio padre. Trascorso il mio tempo con lui, ho deciso di fare una passeggiata all'interno del cimitero, visto che, proprio lì, ho anche lavorato per 4 anni con la Roma Multiservizi. Che sconforto! Oltre al degrado generale (erba alta, sporcizia dappertutto, lapidi depredate dei vasi collocati dai parenti e delle croci di rame), noto che in tutto il cimitero, circa 180 ettari di terreno, ci sono solo 4 operai alla manutenzione del verde”. È lo sfogo, contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Roma Ignazio Marino, di Augusto Fantini, uno dei 48 dipendenti della Roma Multiservizi messi in mobilità a fine agosto dall'azienda partecipata al 51% da Ama. O, come spiega lui stesso, “licenziati nonostante il Piano di Riequilibrio concordato con il Governo Renzi, nonostante la L. 147/2013, nonostante la mozione dell'Assemblea Capitolina votata all'unanimità il 6 agosto, nonostante lo sdegno collettivo... insomma... nonostante tutto”, compresa l'occupazione per cinque giorni dell'aula commissioni degli uffici comunali a largo Lamberto Loria. Fantini, nella missiva, si chiede il “perché del licenziamento, proprio quando stavo contribuendo con il mio lavoro, con parecchie ore di straordinario, a mantenere la pulizia ed il decoro di questo luogo”, annunciando “il ricorso mio e dei miei colleghi di sventura a un legale per impugnare i licenziamenti, vista la mancata trasparenza dei criteri applicati dalla società per dichiarare l'esubero di 48 persone”. Il tutto, nota, mentre “l'Assemblea Capitolina il 6 agosto scorso ha votato una mozione all'unanimità per salvaguardare i nostri posti di lavoro e le nostre professionalità, ma a oggi nulla è accaduto in tal senso”. E allora, racconta, “come cittadino vivo un doppio dispiacere: vedere il luogo dove è seppellito anche mio padre, abbandonato e la triste consapevolezza che se si fosse operato in piena trasparenza oggi io non sarei 'a spasso', ma potrei continuare a dare il mio contributo professionale a preservare quest'area”. Non manca il riferimento all'asta dei 56 tra tombe e cappelle cimiteriali annunciata lunedì scorso da assessorato capitolino all'Ambiente e Ama: “Non serve vendere tombe di pregio per fare cassa e devolvere fondi sulla manutenzione: c'è già un appalto ad AMA... basta farlo funzionare e vigilare”. L'appello finale è affinché “Lei intervenga per risolvere presto la situazione mia e dei miei colleghi, noi potremmo risolvere l'annoso problema della manutenzione del cimiteri”.