10 settembre 2014
Cronaca
Circa 300 precari della scuola arrivati da tutta Italia sono scesi in piazza a Montecitorio per protestare contro la riforma della scuola annunciata mercoledì scorso dal Governo Renzi. "Oggi siamo qui a manifestare contro il piano scuola varato dal governo - spiega Massimo, al megafono - È un piano che non ci valorizza e non ci farà lavorare. Dicono che nulla cambierà per noi ma io non ci credo, non ci saranno più ore disponibili per noi. A cosa serve adesso la nostra abilitazione? A cosa?". Tamburi, fischietti e trombe scandiscono la protesta, mentre a Montecitorio dovrebbe essere in corso l'incontro tra una delegazione dei precari e alcuni parlamentari. Nel frattempo vanno in scena ironiche "aste" dei titoli di abilitazione da parte dei manifestanti, molti dei quali con il cartello "Vendesi" al collo. "C'è un'assoluta malafede, noi siamo messi male", sbotta Gemma, insegnante a Secondigliano.
"Io sono precaria da 15 anni, ma ci sono qui alcuni che arrivano a quasi 30 anni - le fa eco Giovanna - Cioè prima ci hanno preso i soldi, per avere dopo un futuro migliore e ora ci hanno tagliato fuori. C'era una dirigente in pensione che ha promesso lo sciopero della fame". A parlare con i manifestanti è sceso il deputato del Movimento Cinque Stelle Alessio Di Battista. Nel confronto con il parlamentare grillino, un'insegnante precaria ha ribadito le richieste dei manifestanti: "Chiediamo l'ammissione in ruolo per tutti i precari del Tfa e del Pas allo stesso livello di quelli di prima fascia, che la riforma vuole assumere. Dobbiamo avere tutti gli stessi diritti, siamo qui davanti al Parlamento, proprio perché il Governo ci discrimina". E Carla Pellegrini, ex dirigente scolastico, la nonna dei Tfini e degli abilitati, ha annunciato uno sciopero della fame: "Oggi voglio iniziare una protesta, come quella degli immigrati, per attirare su di me l'attenzione ed essere ascoltata dal premier Matteo Renzi e dal ministro Stefania Giannini. Rimarrò qui in piazza finché tutti gli insegnanti abilitati non avranno il loro posto, che dovrebbero ottenere di diritto".