28 febbraio 2014
Cronaca
"Senza le norme di cui abbiamo
chiesto l'approvazione, Roma rischia la paralisi: trasporti, raccolta
rifiuti e manutenzione urbana bloccati proprio mentre ci prepariamo ad
accogliere 5 milioni di pellegrini attesi per la beatificazione di
Papa Roncalli e Papa Wojtyla". Lo scrive il sindaco di Roma, Ignazio
Marino in una lettera al direttore del quotidiano 'Il Tempo', in
merito al decreto Salva Roma, sotto il titolo 'Io sindaco senza un
euro'.
"Possiamo permetterci una capitale bloccata? - prosegue Marino -
Che non paga gli stipendi, con gli autobus fermi e la raccolta
differenziata che si interrompe bruscamente quando siamo a quota 40
per cento? Io dico di no e faro' il possibile, insieme al governo, ai
parlamentari romani e ai responsabili dei media che amano la loro
citta', per impedire che succeda". Il primo cittadino di Roma illustra
poi l'iter del provvedimento sottolinando come "a ottobre 2013,
avevamo chiesto solo una norma che ci permettesse di chiudere un
bucodi 816 milioni di euro nel bilancio del Campidoglio, lasciatoci in
eredita' dall'amministrazione Alemanno. Non chiedevamo un euro ai
contribuenti italiani, ma solo che il commissario Massimo Varazzani ci
restituisse 485 milioni con cui i romani avevano finanziato l'avvio
della gestione del debito storico".
Marino ricorda poi come il decreto Salva Roma sia stato prima
gonfiato con impegni di spesa che non hanno niente a che fare con la
capitale tanto da giungere alla richiesta di revoca da parte del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il nuovo decreto per
la Capitale quindi si incaglia a palazzo Madama e poi alla Camera "a
pochi giorni dalla sua scadenza - conclude Marino - esponenti del M5S
hanno scelto di fare ostruzionismo. Con un comportamento
irresponsabile, hanno anteposto il desiderio di creare un problema al
neonato governo Renzi alla improrogabile ricerca delle soluzioni
necessarie per Roma. Cosi' ci hanno ricordato i danni che puo' fare la
cattiva politica".