5 febbraio 2014
Cronaca
MAFIA, TRATTA E SFRUTTAMENTO GIOVANI AFRICANE: RAGAZZE COSTRETTE CON RITI VOODOO
(OMNIROMA) Roma, 05 FEB - Pratiche esoteriche, riti voodoo ed un debito di 70mila euro. Con questi metodi erano tenute sotto scacco da “madame” le ragazze costrette a prostituirsi da una banda sgominata dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Roma e dell'Arma. Il dato è emerso nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il vicecomandante del Ros Pasquale Angelosanto, il comandante del reparto anticrimine del Ros Stefano Russo, il comandante provinciale Salvatore Luongo, nonché Giuseppe Iacoviello e Luciano Magrini della compagnia di Frascati. Il sodalizio, compartimento in cellule, è risultato essere promanazione di una più ampia organizzazione criminale di culto etnico (Cults), radicata in Nigeria e diffusa in diversi Paesi europei ed extraeuropei. Secondo le verifiche dell'Arma sono circa 250 le ragazze, tutte maggiorenni tra i 18 e i 21 anni, che la banda costringeva a prostituire. Un giro milionario quello messo in piedi dai 34 nigeriani arrestati sulla base di un provvedimento emesso dal gip Giacomo Ebner su richieste dei pm Maria Cristina Palaia e Barbara Zuin. Associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, entrambe aggravate dalla transnazionalità del reato, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, riciclaggio, abusiva attività di raccolta del risparmio, porto di armi e oggetti atti ad offendere , lesioni personali e minacce, sono i reati contestati a seconda delle singole posizioni. Le donne erano reclutate in Nigeria sulla base di caratteristiche fisiche indicate dalle madame. Trasferite poi nel Togo, qui venivano “provate”, sottoponendole a violenza sessuale. La banda in cambio dava12mila euro alla famiglia della donna, somma con cui venivano pagati anche i documenti falsi. Giunte in Italia, qui arrivavano già con un debito di ingaggio pari a 70mila euro. La restituzione di tale somma era la porta per la libertà. Una libertà però complessa da raggiungere, soprattutto per le difficoltà ad uscire dal “giro”. Spesso infatti le ragazze sfruttate, diventavano a loro volta madame. Le indagini sono iniziate nel 2010 ed hanno preso in esame anche diversi episodi di violenza con protagonisti nigeriani. La banda, infatti, usava modalità tipicamente mafiose, violenze e minacce funzionali a mantenere il controllo del territorio e delle attività illecite. In tale quadro sono stati documentati violenti scontri nei quartieri romani di Tor Bella Monaca e Casilino, per il controllo dello sfruttamento della prostituzione, tra il gruppo indagato, denominato “Eye” (che significa volo di luce e caratterizzato dall'indossare un cappellino nero) e quello contrapposto ed emergente degli “Aye” (che significa supremazia dell'uomo sulla terra e caratterizzato dall'indossare un cappellino blu) costituitosi per scissione dal primo. Le indagini su tali aspetti, sviluppate autonomamente dal Gruppo Carabinieri di Frascati, sono poi confluite nella medesima ordinanza di custodia cautelare. Contestualmente i carabinieri hanno sequestrato tre appartamenti, attività commerciali (money transfer), conti correnti e autovetture, per un valore complessivo di due milioni di euro. Sequestrati anche dollari falsi. Gli interventi hanno interessato le province di Roma, Torino, Parma, Firenze e Imperia. Due destinatari della misura restrittiva sono detenuti in Togo e nei loro confronti verrà avanzata una richiesta di internazionalizzazione del provvedimento da parte dell'Autorità Giudiziaria italiana. L'attività investigativa ha documentato i vasti interessi dell'organizzazione nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, accertando l'importazione con corrieri “a pioggia” di cocaina, distribuita nella Capitale e in altre città italiane, nonché di traffici di marijuana, approvvigionata da un gruppo criminale albanese, anch'esso colpito da provvedimento cautelare. La componente estera del sodalizio, operante in Togo e deputata al reclutamento delle giovani donne, è stata individuata grazie alla cooperazione instaurata con la Gendarmeria Nazionale Togolese che, su attivazione di questo Raggruppamento, ha proceduto all'arresto, in quel Paese, di due cittadini nigeriani affiliati e alla contestuale liberazione di sei donne già ridotte in schiavitù.