Cucchi,domani il via al processo d'appello
22 settembre 2014
Cronaca

Inizierà domani il processo di secondo grado per la morte di Stefano Cucchi il geometra arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all'ospedale Sandro Pertini. L'udienza si svolgerà davanti ai giudici della I corte d'assise d'appello presieduti da Mario Lucio D'Andria. Sul banco degli imputati il primario Aldo Fierro, i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite, Silvia Di Carlo (tutti condannati in primo grado per omicidio colposo) e Rosita Caponnetti (condannata per falso ideologico); nonché gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe (tutti assolti in primo grado) e gli agenti della Penitenziaria, Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici (anche loro assolti in primo grado). Il processo di primo grado si concluse il 5 giugno 2013, le motivazioni furono depositate il 3 settembre successivo. Nelle 188 pagine dell'atto i giudici affermarono che Cucchi morì per “sindrome da inanizione”, ovvero per malnutrizione, sostenendo di “dover condividere le conclusione cui è giunto il collegio peritale, fondate su corretti, comprovati e documentati elementi fattuali cui sono stati esattamente applicati criteri scientifici e metodi d'indagine non certo nuovi o sperimentali, ma già sottoposti al vaglio di una pluralità di casi e al confronto critico degli esperti del settore”. La “sindrome da inanizione”, è, infatti, “l'unica in grado di fornire una spiegazione dell'elemento più appariscente e singolare del caso, e cioè l'impressionante dimagrimento cui è andato incontro Stefano Cucchi nel corso del suo ricovero”. La Corte inoltre asserì di non poter condividere la tesi della difese secondo la quale il giovane sarebbe stato condotto alla morte da un'improvvisa crisi cardiaca, ma neanche quelle dei consulenti delle parti civili secondo cui il decesso si sarebbe verificato per le lesioni vertebrali. “Anche questa tesi – si legge nella sentenza – presta il fianco all'insuperabile rilievo che non vi è prova scientifico-fattuale che le lesioni vertebrali abbiano interessato terminazioni nervose”. Secondo l'originaria impostazione, Stefano Cucchi sarebbe stato picchiato nelle celle del Palazzo di Giustizia di piazzale Clodio poco prima dell'udienza di convalida del suo arresto, poi abbandonato da medici e infermieri che lo ebbero in cura nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini. Per i giudici di primo grado, però, Stefano morì appunto per malnutrizione in relazione ad una inadeguata attività da parte del personale medico.