Buontempo, un anno fa la scomparsa
24 aprile 2014
Cronaca

"Manca, eccome se manca Teodoro Buontempo. Era aprile di un anno fa quando ci lasciò e sembrò beffardamente attendere il 25 di quel mese per radunare attorno alla camera ardente in Campidoglio i tanti militanti che lo amavano per l'ultimo saluto al presidente de La Destra". Lo scrive stamane il leader de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito e sull'editoriale de Il Giornale d'Italia, come riferisce una nota. "La Destra - prosegue la nota - con lui è cominciata questa nostra storia di sette anni fa. E senza di lui non poteva più essere la stessa storia. E' il padre che manca. E' la famiglia che non ha più la stessa casa. E' la guida morale che lascia un'eredità fatta di combattimento e insieme di profondo garbo istituzionale. Certo, in quei palazzi non mancava la scazzottata, ma chi ha conosciuto Teodoro ne ha apprezzato la profonda gentilezza d'animo. Ora, stiamo qui a riflettere, sapendo che ci avrebbe accompagnato per mano anche in quest'ultimo pezzo di strada che abbiamo intrapreso, pur tra mille mal di stomaco, perché ne parlavamo, nei nostri colloqui quotidiani sulle prospettive da offrire a un mondo diviso. Come me, Teodoro Buontempo era deluso dal cammino elettorale de La Destra. Avevamo raccolto una fiaccola che ci avevano persino rimproverato - a lui! al campione della nostra gioventù! - per tentare di far vivere le nostre idee. Ma non ce l'avevamo fatta. E ricordo ancora la sua fatica nell'ultima campagna elettorale, alle politiche, la delusione per il risultato. "Una via d'uscita" era la frase che più mi sussurrava ogni volta che ne discutevamo. No, non chiedeva poltrone o posti sicuri, ma un luogo dove tornare a far sventolare idee che rappresentassero i valori in cui abbiamo sempre creduto. Anche quando fece l'assessore con Renata Polverini, Teodoro Buontempo è stato uomo di valori, i nostri. Pretese con me e Roberto Buonasorte l'avvio del mutuo sociale per le case popolari; la morte improvvisa gli ha impedito di donare case ai più poveri, come sognava fin da quando era un giovane militante abruzzese. La via d'uscita era per il partito, per dirigenti e militanti che avevamo assoggettato a sacrifici enormi. Ieri sera, nel tramonto siciliano, ricordavo lui e Guido Virzì, altro Grande della destra italiana che non ero riuscito a salutare per l'ultima volta. E Mimmo Mennitti, che tutti hanno ricordato giustamente come campione di una destra militante e intellettuale e a cui nessuno ha osato rimproverare l'adesione a Forza Italia. Ecco, i nostri miti coltiviamoli e rispettiamoli anche quando sono ancora in mezzo a noi. Perché tutti abbiamo bisogno della moralità espressa da chi ha combattuto una vita e che non può essere sprecata come fosse qualcosa di inavvicinabile. No, si tratta di valori che dobbiamo saper trasmettere a un mondo intero. Altrimenti, non ci si contamina facendo il ministro o l'assessore. E Buontempo ha saputo dimostrare come si fa. Oggi gli dedichiamo le pagine che merita su questo giornale. Glielo dobbiamo. Perché lui ha dedicato la sua vita alle nostre idee. Alla famiglia, che oggi lo ricorda con una messa, la gratitudine di dirigenti e militanti del partito che fondò assieme a me".