25 gennaio 2014
Cronaca
“A Roma le organizzazioni criminali acquistano, anche a prezzi fuori mercato immobili, società e attività commerciali nelle quali impiegano ingenti risorse economiche provenienti da delitti. In tal modo esse si dotano di fonti di reddito importanti e apparentemente lecite. La scelta delle cosche di effettuare investimenti a Roma e nel Lazio viene privilegiata in quanto la vastità del territorio, la presenza di numerosissimi esercizi commerciali, attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, immobili di pregio consentono di mimetizzare gli investimenti”. così il presidente facente funzioni della Corte d'Appello di Roma, Catello Pandolfi, nella sua relazione sull'amministrazione della giustizia nel distretto capitolino nell'ambito della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
“Una sicura attrattiva – aggiunge – deriva poi dalla tipologia criminale del Lazio dove, dopo la banda della Magliana, nessuna aggregazione criminale è riuscita ad assumere un atteggiamento egemone sulle altre. La criminalità locale è tradizionalmente impegnata in usura, gioco d'azzardo e commercio di stupefacenti e non ha mai manifestato una generale inclinazione alle attività di reinvestimento. Ciò comporta che la mafia non ha alcuna necessità di contenderle i comparti economico-imprenditoriali”. Nel territorio romano e laziale per Pandolfi “non si riscontrano gli elementi che connotano le associazioni di stampo mafioso, ovvero la forza di intimidazione, la condizione di assoggettamento, il vincolo di omertà, preferendo esse una silenziosa opera di infiltrazione nelle attività economiche”. La presenza della criminalità nel Lazio si evidenzia anche dall'arresto nel territorio di alcuni “importanti latitanti”. Per “mimetizzarsi” le organizzazioni stringono “stabili relazioni con imprenditori, professionisti, esponenti del mondo finanziario ed economico di cui si avvalgono per stipulare affari e realizzare investimenti alimentando così quel circuito di relazioni che potenzia la loro operatività. Non mancano nel basso Lazio e sul litorale numerosi episodi di intimidazione”.